Articolo ufficiale pubblicato su La Repubblica

Le radici del Made in Italy partono, letteralmente, dal sottosuolo. Grano, brassicacee, ortaggi, frutta, vitigni, erbe officinali sono colture autoctone ancora oggi affidate a antiche tradizioni contadine, tramandate lungo il corso degli archi lunari di generazione in generazione.

A tutelare lo storico ma fragile patrimonio dei grani antichi si impegna l’Avasim, l’Alleanza per la Valorizzazione delle Antiche Sementi Italiane e del Mediterraneo, che con l’Accademia dei Georgofili terrà venerdì 12 maggio presso il Consorzio Universitario Mediterraneo di Noto un convegno dal titolo “Grani antichi e altre sementi italiane, un patrimonio da tutelare e valorizzare”.

L’incontro ha lo scopo di illustrare nuove proposte di legge per tutelare la filiera: secondo l’associazione il vuoto normativo che persiste nel settore potrebbe infatti danneggiare l’autenticità delle colture italiane.

“Made in italy dei semi”: la proposta che parte dalla riforma dell’articolo 9 della Costituzione

Salvaguardare tutto quell’insieme di tradizioni, luoghi, qualità e memoria che rendono unica la nostra terra: quasi un atto di amore che si lega a doppio filo con la recente riforma dell’articolo 9 della Costituzione.

Come spiegano gli avvocati Alessia Montani e Fabrizio Luciani, fondatori di Avasim: “Si tratta in definitiva di un caso tipico, in cui un importante segmento del patrimonio nazionale colturale e culturale chiede immediato riconoscimento e protezione da parte del legislatore, anche in attuazione della recente modifica dell’art. 9 della Costituzione, nel quale, alla tradizionale tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione, si aggiunge la tutela dell’ambiente, della biodiversita? e degli ecosistemi anche nell’interesse delle future generazioni”.

La proposta, denominata Made in Italy dei semi, si pone quindi tra gli obiettivi quello di collocare i semi antichi all’interno del Patrimonio culturale nazionale in quanto ‘beni culturali’ allo scopo di qualificare la loro originarietà e proteggerli. Durante il convegno saranno quindi poste le basi per formulare una candidatura all’Unesco.

Al centro del dibattito che unirà istituzioni, docenti universitari, professionisti del diritto, scienziati, imprenditori e ricercatori, si parlerà inoltre della necessità di distinguere i grani “born in Italy” da quelli coltivati nel nostro Paese e di promuovere una filiera 100% made in italy, dalle materie prime fino alla trasformazione finita.

Gli agricoltori della tradizione e gli esperti del settore avranno infine anche un luogo digitale sul quale poter fare affidamento: durante l’incontro sarà presentata infatti la piattaforma Mama Seeds, che ambisce a diventare il punto riferimento degli antichi semi in Italia.

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